domenica 22 marzo 2009

Bastaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

Mi devo calmare. Guardo Report e mi sento preso per il qlo.
Dai berlusconi, dai gasparri, dai mammi' e dai confalonieri. Strafottenti, abusatori delle NOSTRE, ripeto NOSTRE frequenze.
Basta prenderci per il qlo!!!
Basta!
Invito chiunque a sprogrammare dal televisore chi abusa di concessioni che non ha.
Ma chi vota sta gente?
Che nervoso ca#zo.

venerdì 20 marzo 2009

Democrazia, in pillole.

Provo a scriverlo di getto PDE.
Secondo me democrazia e' compromesso, accordo (parole spesso biasimate irragionevolmente: l'accordo sottobanco, l'"inciucio" sono ben altro, secondo chi scrive, rispetto alla mediazione).
Secondo me democrazia e' grande (non necessariamente completa) soddisfazione dei piu', e piccola (non necessariamente nulla) soddisfazione dei meno.
Se proprio deve essere matematica, che sia una media pesata.
Che ci sia il DIALOGO, che in parlamento (curioso paradosso) sembra non esserci, quando menti indottrinate pensano all'unisono e quando chi dissente riceve la scomunica dal partito.
Che ci sia il confronto, che si mettano sul tavolo i pro e i cons senza preconcetti ma con la reale voglia di valutare l'altrui posizione, magari anche prima di insultarla.
Credo che se la maggioranza volesse la dittatura, non sarebbe comunque un risultato democratico imporla. Questione di risultato e non solo di risultante.
Credo che se la maggioranza in un sistema maggioritario ricordasse che rappresenta con il 70% dei seggi il 43% dei votanti, sarebbe meno ostentatamente prepotente, in nome dei sondaggi e di una volonta' popolare distorta.

Boh forse dovevo scriverlo in un momento di minore stanchezza, che aiuta il pessimismo, che favorisce rabbia e frustrazione.

Ma.

Questa non e' democrazia, e' "na schchifezz" diceva un mio vecchio professore. E non mi sento di dargli torto, per niente.

sabato 7 marzo 2009

About referendum.

In pillole.
I referendum (si puo' usare al plurale, latinisti?) costano, ma sono uno strumento democratico importante: permettono al popolo di dissentire direttamente dalle decisioni prese dagli eletti.
E poi? Succede che viene reintrodotto il finanziamento pubblico dei partiti, succede che si torna a parlare di centrali nucleari, succede che si torna a discutere di aborto.
E lo si fa con una sfacciataggine e una arroganza davvero insopportabili, anche senza voler entrare nel merito dei singoli temi.

Qualcosa mi sfugge in questo meccanismo.

Va bene che la storia del diritto insegna che culture diverse, di generazioni diverse, fanno e disfano, approvano e negano, concedono e si ritraggono (mantenendo comunque una tendenza ammirabilissima alla apertura, allo stato di diritto, al miglioramento delle garanzie dei diritti fondamentali, positivamente affermati). Ma qui mi sembra che il periodo di questa sinusoide si sia un po' troppo irriverentemente accorciato.
Dico: qual e' il senso del referendum abrogativo se pochi anni dopo si torna a legiferare nella stessa direzione disapprovata? Mi sembra degno di rispettosi dubbi tutto questo, caro lettore. O no?